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AVVENNE A NAPOLI passione per voce e piano EDIZIONE SPECIALE

La pubblicazione contiene: il doppio vinile e il cd con 20 canzoni tra le più suggestive del repertorio; il libro Storie del canzoniere napoletano di Federico Vacalebre; gli spartiti delle canzoni eseguite ed elaborate da Eduardo De Crescenzo canto e fisarmonica e Julian Oliver Mazzariello pianoforte; la prefazione in italiano e inglese a cura di Federico Vacalebre.

L’ ALBUM “AVVENNE A NAPOLI passione per voce e piano”, in CD e in DOPPIO VINILE: la voce iconica di Eduardo De Crescenzo e il pianoforte eurocentrico di Julian Oliver Mazzariello, interpretano venti grandi classici napoletani. Ripercorrono il prestigioso Canzoniere dai suoi esordi, intorno al 1800, fino al 1950:
Fenesta vascia – Luna nova – Era de maggio – Marechiare – ‘A vucchella – Serenata napulitana – I’ te vurria vasa’ – Maria Mari’ – Santa Lucia luntana – Silenzio cantatore – Uocchie ch’arraggiunate – ‘O marenariello – Te voglio bene assaje – Scétate – Canzona appassiunata – Passione – Voce ‘e notte – Che t’aggia di’ – Munasterio ‘e Santa Chiara – Luna rossa.
Nel LIBRO “Storie del Canzoniere Napoletano”, Federico Vacalebre racconta gli umori musicali, culturali, ma anche storici, politici e sociali che determinarono la gloria e la caduta di un fenomeno artistico che ancora identifica, insieme con l’Opera, la musica italiana nel mondo. Il libro si apre con uno scritto suggestivo di Eduardo De Crescenzo che descrive la genesi e le motivazioni del progetto.
Gli SPARTITI delle venti canzoni eseguite ed elaborate da Eduardo De Crescenzo canto e fisarmonica e Julian Oliver Mazzariello pianoforte con la prefazione in italiano e inglese a cura di Federico Vacalebre.

Il progetto pubblicato in versione CD nel Maggio 2022 insieme con il libro di Federico Vacalebre, “Storie del Canzoniere napoletano”, si arricchisce nel Dicembre 2023 della versione in doppio vinile e degli spartiti e svela con maggiore chiarezza il carattere divulgativo e didattico dell’intero progetto. “La Canzone”, liberata da oleografie e stereotipi, da storielle menzognere, è patrimonio prezioso da riportare nelle sale da concerto, nelle grandi rassegne di musica classica, da proporre all’UNESCO quale bene immateriale dell’umanità. Come il Flamenco, i lieder … è espressione di un tempo magico, di una Napoli nobilissima che seppe fare dell’arte il centro del cuore e si fece cantare dal mondo intero.

L’opera sarà presentata il 12 Dicembre 2023 al Conservatorio di San Pietro a Majella, un luogo emblematico per il repertorio, che ha ospitato come allievi o come docenti i suoi compositori più illustri.

AVVENNE A NAPOLI passione per voce e piano è un’opera teatrale per riscoprire, ricantare e raccontare la Canzone classica napoletana dai suoi esordi, intorno al 1800, fino al 1950, quando con lo sbarco degli alleati americani arriverà in Italia il jazz che penetra nella melodia italiana in purezza -stilema fondamentale della canzone napoletana- e la musica cambierà per sempre.

È l’omaggio che Eduardo De Crescenzo, nel pieno della sua maturità espressiva, ha voluto rivolgere alla sua città e alle sue radici culturali. Cantante e interprete, musicista e compositore colto e appassionato, napoletano, avvia un lavoro di ricerca storica e musicale per cogliere le intenzioni stilistiche di una generazione di artisti rivoluzionaria che inventò la forma “Canzone”, così come viene praticata ancora oggi in tutto il mondo.
Al pianoforte c’è Julian Oliver Mazzariello, uno dei pianisti più incantevoli e geniali apparsi sulla scena musicale negli ultimi anni: anglo-italiano, originale ed eurocentrico, come lo fu la Napoli di allora, meta ambita dagli artisti di tutto il mondo, la città dei quattro Conservatori, faro di riferimento della cultura musicale europea.
Introduce all’ascolto Federico Vacalebre, giornalista, critico musicale e storico della Canzone napoletana.

Come in una macchina del tempo, Eduardo e Julian partono alla ricerca del suono perduto. Trasportano l’ascoltatore nei salotti culturali o nobili del tempo, dove generalmente un cantante e un pianista eseguivano queste canzoni per un pubblico privilegiato. In alcuni brani interviene riconoscibile e suggestiva la fisarmonica di Eduardo, strumento che a un certo punto del repertorio diventò popolarissimo, a suggello dell’enorme successo di quella “Canzone d’Arte” esclusiva e colta e che pure riuscì a penetrare nelle case di tutti, anche di chi non poteva permettersi di comprare un pianoforte.
Il viaggio immaginario ha inizio intorno al 1800, con l’introduzione para-chopiniana di Julian a Fenesta vascia, sublimata da un’interpretazione mozzafiato di Eduardo che in un baleno libera la canzone dalle croste del tempo, dai mille rifacimenti spesso insensati che ancora affliggono il repertorio italiano, insieme con l’Opera, più famoso al mondo. Attraversano più di un secolo di musica inseguendone i suoni immaginati dell’epoca. Approdano in chiusura a Luna rossa: siamo nel 1950, sarà ancora un successo napoletano mondiale, ma la musica è già una beguine contaminata da suoni afro-americani sbarcati con il secondo conflitto. È così contaminata che Eduardo e Julian la interpretano, ne approfittano per rientrare nei panni del bluesman e del jazzista, nella musica a cui essi stessi appartengono e segnano la fine del viaggio.
In mezzo, l’epoca d’oro di cantaNapoli, la canzone d’arte e di popolo, di musicisti e di poeti, maestri compositori e anonimi “fischiatori”.
Su tutto una rilettura rispettosa del repertorio ma altrettanto talentuosa e originale, da cui sarà difficile prescindere per chiunque volesse avvicinarsi a questa pagina straordinaria della storia musicale italiana.

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IL PROGETTO

E’ il mio omaggio ai Maestri che mi hanno insegnato l’Arte dei Sentimenti: perché le emozioni hanno un suono preciso, hanno parole precise ma per riconoscerle, bisogna impararle.

Sono nato a Napoli nel 1951. Per quelli della mia generazione è stato come bere da subito a una fonte magica. Quel periodo straordinario tra il 1800 e il 1900 o poco più – che aveva raccolto le sapienze di tanti poeti e musicisti su un genere che definiamo “Canzone Classica Napoletana” – era già all’imbrunire ma forti e vive erano le emozioni che aveva lasciato impresse nel cuore degli uomini. Quelle canzoni erano state nella giovinezza dei nostri genitori, avevano educato e infiammato i loro amori, avevano confortato la loro adolescenza straziata dalla guerra. Le nostre mamme le cantavano mentre ci cullavano o per consolarci dopo un pianto disperato. Per me, era come vivere immerso in un teatro a cielo aperto in cui potevo leggere in ogni momento del giorno le radici della mia vita. Quando a soli tre anni ebbi tra le mani una fisarmonica giocattolo fu naturale suonare a orecchio l’unico repertorio che conoscessi e certamente non ero consapevole che stavo frequentando una scuola di vita che avrebbe influenzato tutto il mio divenire. Poi la musica intorno comincerà a cambiare: con la guerra sono arrivati gli americani con il jazz e con il rock che a Napoli diventano Renato Carosone; in casa, lo zio Vincenzo, fratello di mio padre, scrive i versi di “Luna rossa” ma la musica di Vian è già una beguine d’ispirazione afro-americana. Anch’io ho camminato nei suoni contaminati del mio tempo ma “quella guida invisibile” è sempre stata al mio fianco, come un maestro amorevole e saggio che ormai è parte del tuo pensiero.

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